Rapporto Padre-Figlia

Pubblicato il 14 settembre 2024 alle ore 10:45

Tante donne soffrono per una scarsa immagine di sé, sfiducia nelle proprie competenze lavorative ed incapacità di costruire rapporti duraturi ed appaganti con il maschile.

Esteriormente possono apparire ...

Tante donne soffrono per una scarsa immagine di sé, sfiducia nelle proprie competenze lavorative ed incapacità di costruire rapporti duraturi ed appaganti con il maschile.

 

Esteriormente possono apparire sicure, realizzate e brillanti ma all'interno vi è una parte ferita, sanguinante: sensazioni di isolamento, solitudine, abbandono, rifiuto. 

 

Si prova una disperazione senza nome che condiziona la capacità di agire concretamente nel mondo. Per molte donne la radice di questa disperazione affonda nel rapporto negativo con il padre.

 

Quando il padre non è disponibile verso la figlia per un rapporto responsabile e serio e non incoraggia lo sviluppo del suo lato intellettuale, professionale e spirituale, dando valore all'unicità della sua femminilità, ne scaturisce una ferita per l'anima femminile.

 

Nella crescita della figlia e per la buona riuscita di questa, perciò, è fondamentale il rapporto con il padre.

 

Il padre è la prima figura maschile per la futura donna e plasma il modo in cui questa si metterà in relazione con gli uomini.

Ma, oltre a ciò, è la funzione paterna a permettere alla figlia ed al figlio di diventare davvero adulta. Non si diventa adulti senza il principio paterno.

Il ruolo paterno è quello che aiuta la figlia nel passaggio dalla comfort zone del mondo materno alle richieste maggiori del mondo esterno e della società.

La forza positiva paterna, una volta interiorizzata, è quella che permette alla donna di creare rapporti stabili, lavorare ed operare nel mondo creativamente.

 

E' il padre a fare da modello per l'autorità, la responsabilità, l'assunzione di decisioni, l'oggettività, l'ordine e la disciplina.

Molti tipi di ferite possono scaturire da un rapporto padre e figlia non sano.

Alcuni padri sono troppo indulgenti. Sono uomini Eterni fanciulli. Non percepiscono la propria autorità interiore, non avendo stabilito un senso di disciplina e di ordine interno e forniscono modelli inadeguati per le loro figlie.

 

Sono uomini che vivono nel regno delle possibilità, evitando la realtà. 

 

Possono essere dei sognatori ma non concretizzano le loro aspirazioni. Non sono in grado di prendere impegni e responsabilità. Spesso sono vicini alle sorgenti della creatività e hanno sensibilità spirituale. Tuttavia non hanno sviluppato costanza e resistenza nelle situazioni difficili e nel perseguire i propri obiettivi. 

 

Di frequente sviluppano dipendenze e, nei casi estremi, sono uomini che non sono in grado di lavorare, dongiovanni nelle relazioni con il femminile. Uomini che in casa sono "fagocitati" dal femminile e figli passivi delle loro mogli.

Le figlie di questi Eterni fanciulli crescono senza un modello adeguato di autodisciplina, limite e autorità ovvero funzione paterna

Crescono sentendosi insicure, instabili, mancando di fiducia in sé. Sono ansiose e spesso frigide. Presentano un Io fragile

Inoltre, la mancanza di impegno che la donna ha vissuto nella relazione con il padre, può generare una sfiducia verso il genere maschile.

 

Altri padri esagerano dal lato della rigidezza. Danno valore all'obbedienza, al dovere, alla razionalità ed insistono affinché le figlie abbiano gli stessi valori. 

 

E' imperativo obbedire all'ordine precostituito, allo status quo e non sviare dalle norme sociali. 

 

L'aspetto positivo è che danno importanza all'autorità e al dovere e ciò procura loro un senso di stabilità, struttura e sicurezza. 

 

L'aspetto negativo è che questi padri autoritari tendono a schiacciare le qualità femminili di spontaneità, sensibilità e sentimento in sé stessi e nelle figlie. Sono spesso cinici e disillusi.

 

E' il prototipo del vecchio patriarca che impone il controllo su tutto e domina finanziariamente la moglie ed i figli. Spesso si aspettano troppo successo sociale e lavorativo dalle figlie o chiedono di ricalcare i ruoli tradizionali femminili. Disprezzano la debolezza. 

 

Queste figlie, una volta adulte, saranno tagliate fuori da un rapporto tranquillo con i propri istinti femminili, poiché i loro padri non riuscivano ad avere una rapporto sereno con le qualità  femminili.

Il rapporto ferito con il padre può causare due comportamenti nelle donne.

 

L'Amazzone corazzata è un modello che scaturisce come reazione ad un padre percepito negligente. Queste donne si identificano con l'ego maschile e con le funzioni paterne.

 

Tali donne, da piccole, non hanno ricevuto ciò di cui avevano bisogno dal padre e capiscono di doverselo procurare da sole.

Si costruiscono un'identità maschile forte, esercitando controllo e disciplina. Sono donne iper efficienti,  "Che non devono chiedere mai".

Tuttavia questo atteggiamento non è altro che una corazza. Può aiutare a livello professionale ma intimamente le donne amazzoni si sentono indifese, vulnerabili e stanche.

 

L'Eterna Fanciulla o Puella è il modello di donna psicologicamente bambina, anche da adulta.

 

Sembra agire da inerme ed innocente. E' passiva. Non riesce a dare una direzione nella sua vita. E' sognante e poco concreta; avverte il terrore di agire da sola. Non ha sviluppato il coraggio, la disciplina, la risolutezza, la stima di sé. Queste caratteristiche possono essere assorbite infatti solo attraverso un rapporto positivo con il padre. 

 

Sia l’Eterna fanciulla che l’Amazzone corazzata percepiscono la propria condizione con disperazione.

Le Eterne fanciulle sono disperate per la loro debolezza, hanno bisogno di sentire la forza e scrollarsi il ruolo di vittima. 

Le donne amazzoni hanno bisogno di rimettere in gioco il concetto di controllo e quanto questo può a volte essere una falsa forza.

 

Anche se uno dei due modelli può essere prevalente, nella maggior parte delle donne questi modelli tendono a coesistere e a combattersi. 

Ad esempio prima si può essere mogli docili e compiacenti e poi ci si trasforma in combattenti agguerrite e arrabbiate.

 

Vi sarà sofferenza fino a quando le due parti non inizieranno ad operare insieme in modo costruttivo.

Per tale motivo un percorso di psicoterapia può essere di aiuto per rendere possibile la comunicazione tra queste due parti e consentire alla donna di avere una vita relazionale ed affettiva soddisfacente.

 

 

 

    Dott.ssa Raffaella Pantini Psicologa e Psicoterapeuta                                                  immagine by lewel 

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