La controdipendenza affettiva

Pubblicato il 7 settembre 2024 alle ore 11:05

 

L’essere umano nasce in uno stato di dipendenza che si può definire assoluta. Anche con una propria autonomia ed il bisogno di mantenere un suo spazio personale, nel corso della sua vita ...

L’essere umano nasce in uno stato di dipendenza che si può definire assoluta. Anche con una propria autonomia ed il bisogno di mantenere un suo spazio personale, nel corso della sua vita manterrà sempre un certo grado di dipendenza verso l’Altro ed il bisogno di relazionarsi ad esso. Quando la creazione di un legame profondo, il raggiungimento di un’intimità e la paura dell’abbandono e del rifiuto provocano paura, si sfocia nella controdipendenza affettiva. Una negazione inconscia di quello che è il bisogno primario della vita umana: essere amato ed amare.

Il momento storico e la società in cui viviamo sembrano alimentare sempre di più ideali non realistici. Il contraltare di tutto ciò è la diffusione di sentimenti di:

  • inadeguatezza
  • insicurezza personale
    • chiusura in sé stessi per proteggersi da una perdita di controllo a livello emotivo.

    ‍A differenza del soggetto codipendente e del dipendente affettivo, la persona con funzionamento controdipendente ha un grande timore di amare ed evita con cura i legami o ne crea solo di superficiali. L’equilibrio su cui si gioca il suo funzionamento di personalità può essere messo in crisi:

    • da un evento improvviso
    • da una particolare fase della vita
    • dall’incontro con una persona che oltrepassa la sua corazza difensiva e fa emergere il suo conflitto psichico, tra il bisogno e la paura di essere abbandonato dall’altro.

    Il sentimento che emerge è la vergogna: di sé e dei propri bisogni affettivi, ritenuti da sempre ridicoli ed inaccettabili. Il controdipendente non è abituato a provare tali bisogni e a manifestarli: egli vive in uno stato di anestesia emotiva e ha difficoltà ad accedere alle proprie emozioni. Di frequente, infatti:

    • non riesce a piangere o non riesce ad essere completamente sereno
    • può essere euforico per una conquista o un successo lavorativo ma le emozioni si rivelano fugaci e superficiali
    • gli è difficile comprendere lo stato emotivo altrui e provare empatia per l’altro.

    Se i bisogni autentici sono negati con disprezzo, la propria immagine non sarà altro che un castello di carta, privo di solide fondamenta e pronto a volare via alla prima folata di vento. La persona con funzionamento controdipendente indossa una maschera del falso Sé, a difesa di quel vuoto interiore fatto di angoscia e perdita di senso. Tale maschera, caratterizzata da una certa dose di esibizionismo e grandiosità talvolta nascoste, rimane del tutto scissa dal vero Sé.

    Il controdipendente lotta contro il ripetersi di un’esperienza di rifiuto e abbandono che ha vissuto in genere nelle prime esperienze di vita. Quando il bambino o l'adolescente percepisce la mancanza di calore affettivo e di supporto nell'ambiente che lo circonda, egli impara a fare da sé, sopprimendo i propri bisogni di accudimento e ostentando una finta autonomia ed un’immagine di sé che nega il sé reale.

    Il controdipendente può aver sperimentato un attaccamento infantile ansioso-ambivalente: il suo oggetto d’amore ovvero chi si è preso cura di lui non ha corrisposto con sufficiente costanza alle richieste di presenza e di affetto del bambino e questo primo, importantissimo legame è stato caratterizzato da:

    • intermittenza
    • scarsa disponibilità
    • scarsa centralità del figlio nella mente del caregiver.

     

    L’assenza di una fase di sana dipendenza, di una fiducia verso l’altro e lo svilupparsi di una fragilità strutturale, portano così ad un’incapacità di amare in modo maturo e alla cherofobia: la paura di essere felice può derivare, infatti, dall'aspettativa di una relazione in cui l'altra persona finirà per essere poco presente e disponibile.

    Se è presente una certa motivazione intrinseca, che origina dentro di sé, un percorso di psicoterapia può aiutare la persona con funzionamento controdipendente ad affrontare emozioni difficili da metabolizzare come:

    • la consapevolezza del proprio funzionamento
    • l’accettazione della propria vulnerabilità
    • il riconoscimento della presenza di una parte di sé totalmente deprivata.

     

    Iniziare un percorso di terapia permetterà di accedere allo step successivo: il riconoscimento di una parte di sé più viva ed autentica. Il controdipendente potrà finalmente lasciarsi coinvolgere fino a riuscire ad emozionarsi e ad amare.

     

    Dott.ssa Raffaella Pantini Psicologa e Psicoterapeuta

     

     

     

    immagine presa dal web 



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