Biologia Karmica e percorso terapeutico sono strettamente correlati e si possono integrare in quanto riguardano entrambi il processo di crescita personale.
Per Biologia Karmica si intende una metodologia che basa il suo fondamento sullo studio e sulla comprensione dei comportamenti umani in un’ottica bio-logica, ovvero logica per la vita. Parte dal presupposto che l’essere umano, come tutti gli altri esseri del nostro pianeta, si muove con regole di comportamento che hanno come scopo il soddisfacimento di bisogni di base: sopravvivenza, nutrimento, vita relazionale ed affettiva. Il nostro inconscio che ha come obiettivo preservare e soddisfare questi bisogni, contiene sia tutti i programmi operativi acquisiti durante la nostra crescita che quelli a noi tramandati dai nostri antenati. Si tratta di credenze, meccanismi difensivi e modalità comportamentali apprese durante l’infanzia e sviluppo psichico. Ad oggi, però, alcuni di questi programmi possono essere diventati obsoleti e scomodi e, mentre prima rappresentavano un’ottima strategia per risolvere i problemi, ora sono di fatto l’ostacolo che ci impedisce di realizzare ciò che desideriamo.
Cosa ci permette di fare la Biologia Karmica
- Aiuta la persona a comprendere i ri-sentiti, ovvero quelle emozioni che frenano il suo procedere verso la direzione desiderata.
- Permette di decodificare i programmi inconsci disfunzionali della persona.
- Consapevolizza e trasforma i meccanismi che ostacolano il raggiungimento del benessere e degli obiettivi.
Spesso, già la sola comprensione porta ad un immediato cambio di prospettiva che sostiene il successivo passo verso il cambiamento, che è l’azione. Attraverso l’utilizzo di strumenti semplici ed efficaci che vengono forniti, la persona potrà sentire un cambiamento interiore che si manifesterà nella realtà con notevoli trasformazioni di vita personale, relazionale e lavorativa.
Attraverso la Biologia Karmica è possibile comprendere i meccanismi di base che regolano i nostri comportamenti, focalizzando l’attenzione sulle credenze patogene che ci sono state trasmesse dai nostri antenati e che tuttora influenzano la nostra vita.
Cosa significa il termine credenze patogene?
Corrisponde al modo che un individuo ha di adattarsi al proprio ambiente in cui si costruisce una serie di conoscenze indiscutibili. Le credenze, infatti, non sono semplici ipotesi o idee astratte ma costituiscono la visione della realtà di una persona, l’insieme di convinzioni che la orientano e gli fanno fare previsioni, organizzano il modo in cui si percepisce la realtà e sono alla base degli affetti provati nelle varie situazioni di vita.
Originano dall’infanzia e dalle esperienze vissute con le figure significative, vale a dire ciò che il bambino sperimenta nel proprio ambiente di crescita.
È ciò che ognuno si dice di sé stesso o sono valutazioni generali sulla vita, ad esempio la convinzione “è tutto troppo perfetto ora accade qualcosa di brutto sicuramente”, “delle persone non ci si può fidare”, “nessuno si interessa veramente agli altri” e tante altre.
Queste credenze patogene ci spingono ad agire in un determinato modo nei confronti del prossimo e della vita, ciò di cui siamo convinti ci predispone ad assumere un atteggiamento, ci porta a fare delle scelte che inducono, inevitabilmente, una risposta nell’altro che porta a confermare la credenza patogena. Si tratta di una sorta di profezia che si autoavvera.
Spesso, ciò che pensiamo di noi stessi può renderci i primi sabotatori della nostra felicità. Vorremmo sentirci capaci, adeguati, forti, al sicuro, in grado di difenderci e di scegliere. Non è sempre semplice comprendere come si è costituito e radicato un pensiero ma quando sentiamo che ciò che crediamo di noi non coincide con ciò che desideriamo credere, soffrendo per le conseguenze, è necessario un percorso terapeutico. In quanto ciò che rimane inconscio non è la credenza in sé ma lo scenario interpersonale che l’ha creata.
Un percorso psicoterapeutico insieme alla Biologia Karmica può aiutare a comprendere la natura delle convinzioni patogene fino a giungere alla modifica del comportamento disfunzionale in modo da permettere il raggiungimento di uno stato di benessere.
Dott.ssa Raffaella Pantini Psicologa e Psicoterapeuta
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