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Pubblicato il 27 luglio 2024 alle ore 23:50

L’alimentazione è connessa con la vita emotiva e assume un significato che va oltre l’aspetto semplicemente fisiologico. Il cibo risulta, infatti, “condito” da diversi aspetti psicologici: valori, ideologie, credenze religiose e culturali.

Le diete alimentari funzionano fino a quando si ha abbastanza motivazione per portarle a termine. Se non sono supportate da interventi psicologici molto spesso, aiutano a perdere peso ma, appena si interrompono, non garantiscono il mantenimento della forma fisica nel tempo.

Questo accade perché i meccanismi coinvolti nell’alimentazione sono molteplici e per lo più di natura psicologica ed affettiva. Come dimostra la ricerca scientifica, inoltre, soprattutto nelle diete dimagranti restrittive divieti, obblighi ed eccesso di regole oltre a causare stress favoriscono la perdita di controllo che degenera nelle abbuffate e nella trasgressione.

Le diete, infatti, allontanano la persona dalla percezione del piacere e, di conseguenza, creano delle distanze con il proprio mondo interiore. Questa mancanza di ascolto del corpo e di sé stessi può essere una delle cause principali del sovrappeso.

È necessario, quindi, apprendere un nuovo modo di pensare, una nuova mentalità, che consenta di acquisire nuove abitudini e comportamenti, ovvero un modo diverso di rapportarsi al cibo.

Questo è ciò che permette di ottenere un vero dimagrimento ed il suo mantenimento.Vi è uno stretto rapporto tra cibo e vita affettiva che è fortemente condizionato dalle emozioni che proviamo. Attraverso il rapporto con il cibo si esprime un bisogno d’amore: ecco che il cibo diventa, quindi, un anestetico con cui si cerca di eliminare la sofferenza, il malessere e l’insoddisfazione.

Si tratta di una scorciatoia con cui si tenta di riempire quel vuoto che per qualche ragione si è creato dentro di noi.Il nutrirsi, il mangiare e, di conseguenza, il cibo risultano indissolubilmente connessi con l’emozione e molto spesso sono influenzati da determinate situazioni emotive.Il rapporto con il cibo si intreccia fin dalla nascita con le esperienze affettive legate ai primi rapporti significativi, se si pensa all’allattamento, allo svezzamento e a tutti i vissuti emotivi che condizionano queste esperienze.

I pasti sono un punto di riferimento importante, scandiscono i ritmi della nostra giornata e ogni evento importante della nostra vita sembra essere accompagnato da banchetti alimentari attraverso cui socializziamo e festeggiamo.

I piaceri della gola, inoltre, sono da sempre legati ai piaceri della sfera sessuale. Il sesso ed il cibo sono due necessità legate al piacere e al nutrimento in senso sia emotivo che fisico, hanno quindi in comune aspetti simbolici, tra cui anche quello della socialità espresso dalla condivisione con gli altri.

A questo si aggiunge anche l’importanza data dalla società occidentale alla bellezza estetica e alla forma del corpo che ha un potente impatto sul nostro pensiero e sul nostro comportamento.Per raggiungere l’equilibrio tra mente e corpo è fondamentale imparare ad ascoltarci: è necessario imparare a riconoscere i propri stati interni, ascoltare e conoscere il proprio corpo, prendere contatto con le emozioni e i bisogni più profondi.

Il corpo ci parla sempre, spesso urla in silenzio per attirare la nostra attenzione (ad esempio con le diverse manifestazioni psicosomatiche) e per guidarci verso la strada del benessere.Conoscere meglio sé stessi e l’effetto energetico che gli alimenti hanno su di noi porta ad essere liberi di scegliere in base ai propri bisogni reali.

Se riusciamo a portare equilibrio e chiarezza nella nostra mente anche le scelte alimentari si modificheranno perché saranno meno influenzate dai condizionamenti emotivi o inconsci.

Dott.ssa Pantini Psicologa e Psicoterapeuta

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