Per Sindrome dell'Avatar mi riferisco ad una tipo di comportamento già descritto intorno agli anni 50 del '900 da due eminenti psicoanalisti del calibro di D. W. Winnicott e H. Kohut, i quali concettualizzarono il concetto di Falso Sé,
per indicare un sindrome comportamentale che consisteva nella distorsione patologica dell'identità.
Per Sindrome dell'Avatar ci si può riferire a modalità comportamentali e stili di relazione che una persona mette in atto, più o meno consapevolmente nel corso della propria vita, con il preciso scopo di adattarsi e farsi accettare dagli altri.
Parliamo di sindrome perché questo modo di vivere le relazioni ed il rapporto con sé stessi si caratterizza per una serie di comportamenti così identificati:
- fingersi diversi da ciò che si è, tendenzialmente migliori di come si crede o si vorrebbe essere;
- mentire sulla propria vera natura;
- rinunciare alla gratificazione dei propri gusti e desideri per timore di scontentare gli altri;
- aderire in modo eccessivo alle aspettative degli altri;
- comportarsi in modo diametralmente opposto alle proprio volontà;
- alterare il proprio modo di fare per evitare critiche che risulterebbero intollerabili.
La persona con Sindrome dell'Avatar, indossa una maschera e vive compiacendo il prossimo per potersi adattare alla realtà che lo circonda poiché possiede una scarsa considerazione di sé.
Questo modo di relazionarsi agli altri, viene agito molto spesso in modo inconscio ed ha lo scopo di superare le critiche che risulterebbero inaccettabili a causa della scarsa autostima.
Chi vive seguendo le dinamiche comportamentali della Sindrome dell'Avatar, crea un'immagine di sé grandiosa, che lo rende apprezzabile agli occhi degli altri ma, allo stesso tempo, lo porta ad una rinuncia sostanziale di sé stesso, cioè dei propri desideri, gusti e perfino delle proprie volontà.
Se da un lato vivere con un avatar cercando di mostrarsi diversi da ciò che si è ha dei vantaggi dal punto di vista dell'adattamento nel rapporto con gli altri, dall'altro lato, rinunciare costantemente a sé stessi ha dei costi emotivi molto alti. Infatti, la persona che vive con la Sindrome di Avatar, finisce nel corso del tempo per sacrificare la propria natura, mortificare il proprio corpo e rinunciare alla propria anima.
Per questo motivo mentire per molto tempo agli altri e a sé stessi è fonte di sofferenza.
Di conseguenza, le persone con Sindrome dell'Avatar cedono nel lungo termine al disagio emotivo e alle difficoltà relazionali di ogni genere. Quando la vita da avatar diventa disfunzionale per una sana vita emotiva e relazionale, compaiono sintomi psicologici come ansia, depressione, attacchi di panico, ossessioni ed altro ancora, che segnalano appunto lo stato di malessere della persona che finge a sé stessa.
Per guarire dalla Sindrome dell'Avatar o Falso sé occorre consolidare la fiducia in sé stesso della persona che nasconde la propria natura.
Un percorso di psicoterapia, perciò, permette alla persona di osservare la propria sindrome e lentamente liberarsi dalle false convinzioni che lo hanno spinto ad indossare una maschera, recuperare autostima e convinzione che i suoi pensieri e desideri hanno la stessa importanza di quelli delle persone che lo circondano.
Dott.ssa Raffaella Pantini Psicologa e Psicoterapeuta
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