Le strategie del narcisista

Pubblicato il 22 giugno 2024 alle ore 11:35

Se è vero che il disturbo narcisistico di personalità interessa una specifica percentuale di persone è altrettanto vero che tratti narcisistici possono essere riscontrati in una fetta molto più ampia di popolazione non clinica.

Le strategie che il narcisista usa per sottomettere la sua preda

Se è vero che il disturbo narcisistico di personalità interessa una specifica percentuale di persone è altrettanto vero che tratti narcisistici possono essere riscontrati in una fetta molto più ampia di popolazione non clinica. Con tale premessa, perciò, sarà possibile utilizzare la parola narcisista per identificare un buon numero di manipolatori emotivi che si attengono al medesimo modus operandi. 

Il manipolatore emotivo per assicurarsi il suo nutrimento narcisistico si serve di un gran numero di strategie che ha appreso spontaneamente nell’arco della sua esistenza.

Ma il narcisista mette in atto queste strategie in modo consapevole? 

Nella gran parte dei casi il manipolatore emotivo mette in atto queste strategie perché sono gli unici modelli relazionali che conosce anche se in realtà potrebbe mettere in atto tali strategie consapevolmente allo scopo di ottenere vantaggi economici, piaceri sessuali, status sociale, ecc… come nel caso del narcisista perverso.

Il narcisista, per compiere il suo incantesimo, si avvale soprattutto di due strategie psicologiche: il love bombing (bombardamento d’amore) e il traumatic bonding (legame traumatico o tattica del rinforzo intermittente).

  • Love bombing
    Con il love bombing, il manipolatore riempie di attenzioni l’altro sfoggiando tutte le sue armi da seduttore.

  • Traumatic bonding
    La tattica del rinforzo intermittente è perfetta per generare dipendenza affettiva, aspettative e sudditanza.

E’ con questi due mezzi che il narcisista compie la sua magia e si assicura la sudditanza del suo momentaneo oggetto del desiderio.

Già il love bombing e il traumatic bonding pongono la vittima in una configurazione particolare: per ciò che riceve, la vittima inizia a sentirsi in debito con il narcisista. Se la vittima ha una pregressa storia di dipendenza affettiva, molto probabilmente cadrà nella sua trappola e potrà sperimentare gratitudine per le briciole elargite dal manipolatore.

Il narcisista è molto abile a scalfire l’autostima altrui e in questo risiede il suo più grande potere. Una persona con una sana autostima difficilmente accetterebbe determinati comportamenti. Una persona lucida riuscirebbe a fare scelte consapevoli, puntando sempre la bussola verso la direzione dell’amor proprio. Purtroppo non è sempre così, la lucidità può abbassarsi soprattutto in un momento di fragilità ed il narcisista è bravissimo ad offuscare anche le menti più assertive attraverso le lusinghe del love bombing e le ricompense del legame traumatico.

Il narcisista non ama dire alla propria vittima cosa fare, almeno non in modo esplicito. Piuttosto preferisce plasmarla offrendo sottili suggerimenti su ciò che può e non può fare. Con il pretesto di essere premuroso e attento, giorno dopo giorno, il narcisista prende il sopravvento sulla vita della vittima. E’ importante sottolineare la gradualità con la quale accade tutto. Nella vittima subentra una sorta di meccanismo di assuefazione, legato alle aspettative, alle dissonanze cognitive e ad una serie di implicazioni psicologiche che portano alla svalutazione del sé. La vittima indebolisce o perde del tutto il suo senso di identità.

Quando si parla di manipolazione emotiva non si può fare a meno di accennare al gaslighting, una tecnica utilizzata per avvalorare le sue ragioni ad ogni costo. In questo caso il costo da pagare è la dignità e l’autostima della controparte.

Il narcisista può arrivare a negare l’evidenza, ogni giorno può dettare nuove regole e rinnegare le norme che erano valide il giorno precedente. Il manipolatore altera la realtà, la deforma e propone continui artefatti.

Con il risultato che la vittima perde la sua lucidità ed inizia a mettersi continuamente in dubbio. L’assertività va completamente perduta. In questo scenario possono subentrare pensieri tipo: “è successo davvero o l’ho immaginato?” oppure “devo aver frainteso le sue intenzioni”. La vittima non riesce ad elaborare determinati aspetti della realtà e questo demolisce completamente la sua autostima.

Il narcisista vive in un mondo fatto di gerarchie dove solo lui occupa l’apice della piramide. Per continuare a militare tra i campioni, il narcisista si illude di elevare sé stesso ma ciò che fa in realtà è screditare tutti gli altri. Il pensiero gerarchico del narcisista si riflette in ogni aspetto della sua vita. Colleghi di lavoro, familiari subordinati e partner saranno tutti costantemente sviliti, denigrati e delegittimati di amor proprio.

Il narcisista è una vera mina vagante: pronto a esplodere in qualsiasi momento riversando frustrazione e rabbia sull’altro che è sempre l’unico colpevole. Il manipolatore sposta la responsabilità delle sue azioni sul prossimo arrivando a distruggere completamente l’autostima di chi tenta disperatamente di fornirgli supporto.

Le disavventure costellano la vita di ognuno di noi ma quando è il narcisista a dover affrontare una difficoltà, l’intoppo si trasforma in un’autentica Odissea. In questo contesto il narcisista adotta una strategia preferenziale: veste i panni della vittima.

Nel calarsi in questo ruolo, il narcisista delegittima la vera vittima. La vittima, calata nella sua sofferenza, non può esprimersi in modo autentico, non può manifestare i suoi sentimenti perché qualsiasi sofferenza esternata sarà giudicata superflua e nulla se paragonata al vissuto epico del narcisista. Il manipolatore, così, non solo mina l’identità della vittima ma ne invalida completamente il vissuto interiore. La vittima, quindi, si allontana sempre di più dalla sua vera identità: perde di vista ogni punto di riferimento ed inizia a sentirsi in balia di quell’amore malato che di amorevole non ha assolutamente nulla. 

Attraverso un percorso psicoterapeutico sarà possibile effettuare un lavoro di ricostruzione interiore in modo che la persona, vittima del manipolatore emotivo, sia in grado di ritrovare sé stessa, la propria identità, la propria autostima e la capacità di riconoscere i propri bisogni per riuscire ad esprimerli agli altri con assertività.

 

 

Dott.ssa Raffaella Pantini Psicologa e Psicoterapeuta

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