L’iperattività compensativa è un comportamento che una persona adotta per riempire il proprio tempo con attività, impegni o lavoro allo scopo di evitare di affrontare pensieri, emozioni o situazioni difficili.

Si tratta di un meccanismo di difesa psicologica, in cui l’individuo si mantiene costantemente occupato per distrarsi da sentimenti di ansia, tristezza, insoddisfazione o altre emozioni scomode.
Questo comportamento può manifestarsi in vari ambiti della vita: sul lavoro, nelle attività sociali o persino in casa.
Spesso, chi adotta questa strategia può apparire molto produttivo o impegnato agli occhi degli altri ma in realtà sta utilizzando l’attività come una forma di evasione emozionale.
L’obiettivo non è tanto portare a termine i compiti, quanto evitare di rimanere da solo con i propri pensieri.
Le persone possono ricorrere all’iperattività compensativa per diversi motivi, spesso legati alla necessità di evitare emozioni difficili o di sentirsi in controllo in un mondo che sembra caotico o imprevedibile.
Comprendere le ragioni dietro questo comportamento è cruciale per affrontarlo in modo consapevole e sano.
Alcuni dei principali motivi per cui una persona può adottare l’iperattività compensativa come strategia di coping sono:
- Evitare il confronto con le emozioni dolorose;
- Paura del vuoto e della solitudine;
- Ricerca di validazione esterna;
- Necessità di controllo e pianificazione per mantenere l’illusione di poter gestire tutto ed avere un impatto sul caos della propria vita;
- Distrazione dall’ansia o dallo stress;
- Rimanere ancorati al messaggio implicito della cultura della produttività che premia l’efficienza e la costante operosità;
- Insicurezza e bassa autostima poiché con iperproduttività si ha l’illusione di essere all’altezza di ogni situazione;
- Paura del fallimento in quanto si cerca di prevenire il fallimento attraverso un controllo ed un impegno eccessivo;
- Impossibilità di gestire l’incertezza;
- Mancanza di consapevolezza emotiva ed incapacità di comprendere i segnali che il corpo e la mente inviano.
Per capire se si soffre di iperattività compensativa, è importante osservare attentamente il proprio comportamento quotidiano e le proprie reazioni emotive di fronte a momenti di inattività.
Questo tipo di comportamento spesso sfugge alla consapevolezza diretta, poiché si può essere così immersi nelle proprie routine e responsabilità da non notare la vera ragione per cui ci si sente costantemente impegnati.
In particolare:
- Sentirsi a disagio nei momenti di quiete;
- Essere costantemente occupato senza un reale bisogno;
- Eccessiva preoccupazione per la produttività;
- Evitare momenti di riflessione personale;
- Tendenza a ignorare o reprimere le emozioni;
- Affaticamento cronico o burnout;
- Scarsa qualità delle relazioni interpersonali;
- Bisogno costante di controllo;
- Sensazione di colpa quando ci si riposa;
- Ansia crescente quando si è inattivi.
Riconoscere questi segnali richiede una certa dose di auto-osservazione e consapevolezza.
È importante prendersi il tempo per analizzare il proprio comportamento, magari annotando le sensazioni che emergono nei momenti di riposo o di pausa e confrontandole con i segnali sopra elencati.
Se molti di questi punti risuonano con la tua esperienza, potrebbe essere utile esplorare più a fondo la questione con l’aiuto di un professionista per capire come affrontare eventuali emozioni non risolte e sviluppare strategie più salutari per gestire lo stress e le sfide emotive.
Dott.ssa Raffaella Pantini Psicologa e Psicoterapeuta
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