Iperattività Compensativa

Pubblicato il 1 marzo 2025 alle ore 14:36

L’iperattività compensativa è un comportamento che una persona adotta per riempire il proprio tempo con attività, impegni o lavoro allo scopo di evitare di affrontare pensieri, emozioni o situazioni difficili.

Si tratta di un meccanismo di difesa psicologica, in cui l’individuo si mantiene costantemente occupato per distrarsi da sentimenti di ansia, tristezza, insoddisfazione o altre emozioni scomode.

Questo comportamento può manifestarsi in vari ambiti della vita: sul lavoro, nelle attività sociali o persino in casa.

Spesso, chi adotta questa strategia può apparire molto produttivo o impegnato agli occhi degli altri ma in realtà sta utilizzando l’attività come una forma di evasione emozionale.

L’obiettivo non è tanto portare a termine i compiti, quanto evitare di rimanere da solo con i propri pensieri.

 

Le persone possono ricorrere all’iperattività compensativa per diversi motivi, spesso legati alla necessità di evitare emozioni difficili o di sentirsi in controllo in un mondo che sembra caotico o imprevedibile.

Comprendere le ragioni dietro questo comportamento è cruciale per affrontarlo in modo consapevole e sano.

 

Alcuni dei principali motivi per cui una persona può adottare l’iperattività compensativa come strategia di coping sono:

  • Evitare il confronto con le emozioni dolorose;
  • Paura del vuoto e della solitudine;
  • Ricerca di validazione esterna;
  • Necessità di controllo e pianificazione per mantenere l’illusione di poter gestire tutto ed avere un impatto sul caos della propria vita;
  • Distrazione dall’ansia o dallo stress;
  • Rimanere ancorati al messaggio implicito della cultura della produttività che premia l’efficienza e la costante operosità;
  • Insicurezza e bassa autostima poiché con iperproduttività si ha l’illusione di essere all’altezza di ogni situazione;
  • Paura del fallimento in quanto si cerca di prevenire il fallimento attraverso un controllo ed un impegno eccessivo;  
  • Impossibilità di gestire l’incertezza; 
  • Mancanza di consapevolezza emotiva ed incapacità di comprendere i segnali che il corpo e la mente inviano.

 

Per capire se si soffre di iperattività compensativa, è importante osservare attentamente il proprio comportamento quotidiano e le proprie reazioni emotive di fronte a momenti di inattività.

Questo tipo di comportamento spesso sfugge alla consapevolezza diretta, poiché si può essere così immersi nelle proprie routine e responsabilità da non notare la vera ragione per cui ci si sente costantemente impegnati.

 

In particolare:

  • Sentirsi a disagio nei momenti di quiete; 
  • Essere costantemente occupato senza un reale bisogno; 
  • Eccessiva preoccupazione per la produttività; 
  • Evitare momenti di riflessione personale; 
  • Tendenza a ignorare o reprimere le emozioni; 
  • Affaticamento cronico o burnout; 
  • Scarsa qualità delle relazioni interpersonali; 
  • Bisogno costante di controllo; 
  • Sensazione di colpa quando ci si riposa; 
  • Ansia crescente quando si è inattivi. 

 

Riconoscere questi segnali richiede una certa dose di auto-osservazione e consapevolezza.

È importante prendersi il tempo per analizzare il proprio comportamento, magari annotando le sensazioni che emergono nei momenti di riposo o di pausa e confrontandole con i segnali sopra elencati.

Se molti di questi punti risuonano con la tua esperienza, potrebbe essere utile esplorare più a fondo la questione con l’aiuto di un professionista per capire come affrontare eventuali emozioni non risolte e sviluppare strategie più salutari per gestire lo stress e le sfide emotive.

 

Dott.ssa Raffaella Pantini Psicologa e Psicoterapeuta

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