il significato di incestuale

Pubblicato il 27 maggio 2024 alle ore 18:35

Il significato di incestuale 

Con il termine incestuale Paul Claude Racamier identifica ciò che nella vita psichica individuale e familiare porta in sé l'impronta dell'incesto non fantasmato, anche se non fisicamente compiuto.

Il significato di incestuale 

Con il termine incestuale Paul Claude Racamier identifica ciò che nella vita psichica individuale e familiare porta in sé l'impronta dell'incesto non fantasmato, anche se non fisicamente compiuto.

Esistono famiglie, infatti, in cui aleggia un clima di incestualità, sebbene non avvenga alcun abuso sessuale. L’incesto si consuma in realtà a livello inconscio, nella misura in cui il legame fra i genitori e i figli (soprattutto quello con la madre) resta troppo stretto e non si ridimensiona col passare degli anni.

 

Pur passando attraverso la crisi adolescenziale, i soggetti cresciuti in queste famiglie restano eterni adolescenti, arrivano cioè a diventare dei giovani adulti senza riuscire a distaccarsi davvero dalle figure genitoriali. Nonostante le ribellioni apparenti continuano ad averne bisogno, a riferirsi a loro per le scelte importanti, a rifugiarsi tra le loro braccia quando vengono lasciati dal fidanzato, a replicare i loro atteggiamenti, a sentirsi in colpa ogni volta che agiscono di testa propria o danno un dispiacere all’amato genitore.

 

In ogni situazione di questo tipo appare in filigrana lo stesso schema di fondo: una madre insoddisfatta del marito e un figlio collocato spesso fin dalla nascita nella posizione del partner sostitutivo della madre. Ogni espressione di autenticità viene sistematicamente disincentivata fin dalla più tenera età, nel nome di un adeguamento alle aspettative materne.

 

Il punto cruciale è dunque la ricerca di soddisfazione da parte della madre nel figlio: soddisfazione dell’affettività, dei bisogni d’amore frustrati, dei sogni non realizzati. L’amore materno, solerte nelle cure e nel dare, svela un indicibile fondo egoistico. Tutto ciò che viene dato ha la finalità di rendere l’altro conforme alle proprie attese. 

 

Così, quando il figlio dimostra la sua irregolarità rispetto al modello ideale, nella madre compaiono atteggiamenti di delusione, di rifiuto e di critica, che instillano alla lunga sia l’idea di dover essere in un certo modo per risultare amabili e degni di valore, sia di aver bisogno della guida perenne dell’adulto per distinguere il bene dal male. I tentativi di ribellione, stroncati sul nascere, vengono auto squalificati come segno di una propria cattiveria ed egoismo. 

 

Si instaura così una profonda dipendenza, che colloca la madre nell’inconscio come il vero partner del soggetto. Allora il bambino, una volta adulto, ripeterà con i partner lo stesso schema relazionale, si approccerà a loro con la stessa modalità. Sia donne che uomini collocheranno il marito o la moglie nel luogo della madre da soddisfare, con tutto il carico di aggressività e di circoli viziosi conseguenti. Perché, se da una parte risulteranno dominati da un tratto passivo aggressivo, dall’altra tenderanno a riproporre all’altro la stessa modalità carica di attese con cui sono stati cresciuti.

Spesso lasceranno addirittura che la madre si intrometta nelle loro questioni personali, saranno influenzati dal suo giudizio e dai suoi desideri. Non di rado, quando il matrimonio irrimediabilmente va incontro ad una crisi, questi soggetti tornano dalle proprie madri, tornano cioè a casa. Anziché provare a farcela da soli, adducendo motivazioni economiche si rifugiano nel caldo grembo materno, dal quale non sono mai pienamente usciti.

I padri in questi scenari sono uomini che per vari motivi non hanno saldamente agganciato le loro donne su un piano di desiderio, o perché interessati ad altro (presi dal lavoro, da un’altra donna, ecc..) o perché direttamente scartati dalle mogli. Sono quindi figure sbiadite, criticate, messe alla berlina, sia che si tratti di padri autoritari che di padri permissivi.

È infatti la parola della madre a far esistere il padre, e se questa sistematicamente va nella direzione della demolizione o della squalifica della sua figura, anche nell’inconscio del figlio accadrà lo stesso. Odio o indifferenza saranno la cifra del rapporto con il paterno, oggigiorno sempre più ridotto al rango di madre di serie b.

Il perno fondamentale su cui far leva per una liberazione dalle grinfie materne viene drasticamente meno. La cosiddetta funzione paterna è messa fuori gioco, annullando ogni regolazione delle distanze fra madre e figlio. Venendo meno questi limiti, spariscono tutti i freni alla consumazione di un rapporto inconsciamente incestuoso: il figlio resta alla mercé della madre. 

In tal modo, perciò, il figlio, a livello psichico, rimarrà ancorato ad uno stato di sottomissione materna di cui non ha piena consapevolezza, sviluppando un falso sé, senza alcuna autorizzazione ad essere sé stesso ed a credere nel proprio modo di percepire e vedere le cose.

 

Dott.ssa Raffaella Pantini Psicologa e Psicoterapeuta

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