Attacchi di panico

Pubblicato il 3 marzo 2024 alle ore 08:39

Gli attacchi di panico sono episodi durante i quali, chi ne soffre, è preda di una forte ansia e paura molto intensa, senza un apparente pericolo.

Essi insorgono per lo più inaspettatamente e provocano intensa paura di perdere il controllo, di impazzire o di morire. Durante gli attacchi sono presenti numerosi sintomi fisici e psichici che allarmano il soggetto come paura di perdere il controllo, intensa sudorazione, palpitazioni, tremori, sensazione di soffocamento, dolore al petto, senso di sbandamento e vertigini, nausea, brividi, formicolii o sensazione di intorpidimento agli arti.

Gli attacchi di panico sono episodi durante i quali, chi ne soffre, è preda di una forte ansia e paura molto intensa, senza un apparente pericolo.

Essi insorgono per lo più inaspettatamente e provocano intensa paura di perdere il controllo, di impazzire o di morire. Durante gli attacchi sono presenti numerosi sintomi fisici e psichici che allarmano il soggetto come paura di perdere il controllo, intensa sudorazione, palpitazioni, tremori, sensazione di soffocamento, dolore al petto, senso di sbandamento e vertigini, nausea, brividi, formicolii o sensazione di intorpidimento agli arti.

 

Non sempre tutti i sintomi sono presenti nello stesso tempo ma la frequenza con cui si manifestano determina la gravità del disturbo. Quando un soggetto è vittima di frequenti attacchi di panico si può parlare di disturbo di panico che nel DSM-5 è collocato all’interno dei disturbi di ansia. Come si può comprendere tutto ciò può provocare una significativa riduzione della qualità di vita del soggetto soprattutto in relazione alla sfera sociale e lavorativa.Generalmente nell’individuo il primo attacco si verifica durante un periodo particolarmente stressante della sua vita. Lo stress può essere causato da un evento acuto oppure dalla presenza di numerosi fattori concomitanti. Vi possono essere diverse cause che scatenano l’attacco di panico ma le principali riguardano lutti, malattie gravi, importanti cambiamenti nella vita (lavoro, matrimonio, separazioni), intensi periodi di lavoro o di scarso riposo, cambiamenti di ruolo (come ad esempio il pensionamento), traumi, problemi finanziari.

Dopo il primo attacco l’individuo può sviluppare una forte preoccupazione e vivere in uno stato costante di apprensione. Un pensiero molto comune tra chi soffre di attacchi di panico è il seguente: “Se il primo attacco è stato inaspettato allora potrebbe ripresentarsi ancora senza nessun avvertimento”. Ciò porta i soggetti a rimanere in uno stato di tensione costante, in una sorta di ansia anticipatoria, di paura della paura tale da portare ad aumentare i livelli di stress e quindi favorire futuri attacchi. Si instaura perciò un circolo vizioso in cui la paura di stare male alimenta l’ansia. L’ansia si trasforma in panico e si manifesta un nuovo attacco.


In genere chi soffre di attacchi di panico sviluppa delle conseguenze psicologiche sia sul piano cognitivo ed emotivo, sia sul piano comportamentale. Può manifestare preoccupazioni rispetto alla propria salute fisica in quanto il soggetto può pensare che gli attacchi siano dovuti ad una qualche grave malattia che mette in pericolo la sua vita oppure può presentare problemi nella sfera sociale e nelle autonomie personali.


Alcuni individui possono manifestare la preoccupazione di ritrovarsi da soli durante un attacco (ad esempio possono evitare di utilizzare l’auto) e di non avere nessuno a cui chiedere aiuto. Di conseguenza tendono a ridurre ed evitare le situazioni in cui sono costretti a rimanere da soli. Al contrario, possono essere preoccupati di manifestare attacchi di panico in situazioni e contesti in cui vi è una moltitudine di persone, per paura di essere giudicati negativamente dagli altri, quindi tendono ad isolarsi e non uscire di casa.


Una delle conseguenze più frequenti degli attacchi di panico può essere la presenza di agorafobia che non indica solo il timore degli spazi aperti (come ad esempio centri commerciali, ponti, etc.) ma anche la paura collegata a diversi luoghi ovvero la paura ad usare trasporti pubblici (autobus, treni, taxi, etc), degli spazi chiusi (cinema, teatri, negozi, etc.), di essere fuori casa da solo, di stare in fila o in mezzo a una folla. Spesso accade infatti che la paura di avere attacchi di panico in contesti pubblici porti i soggetti ad evitare determinate situazioni e ciò non fa altro che alimentare e rinforzare la stessa paura con il conseguente sviluppo di agorafobia.

Diverse modalità terapeutiche sono previste per il trattamento del disturbo di panico: farmacologico, psicoterapeutico, oppure possono essere integrate farmacoterapia e psicoterapia. Innanzitutto, è importante accettare la presenza di un problema e ricercare aiuto prima possibile.

 

Questi disturbi non possono essere curati in autonomia ma necessitano dell’intervento di un professionista che supporti il soggetto attraverso la strategia terapeutica più efficace. Il trattamento tempestivo del disturbo di panico scongiura il cronicizzarsi del disturbo ed impedisce che si instauri il circolo vizioso della paura ma allo stesso tempo aiuta il soggetto a riappropriarsi della propria quotidianità attraverso l’utilizzo di strategie maggiormente adattive.

 

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Dott.ssa Raffaella Pantini

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