Un certo grado di dipendenza dal partner è parte di ogni storia d’amore, soprattutto nella fase dell’innamoramento, caratterizzata da un forte senso di intimità e passione, in cui il senso di fusione è particolarmente forte.
E’ possibile notare,
Un certo grado di dipendenza dal partner è parte di ogni storia d’amore, soprattutto nella fase dell’innamoramento, caratterizzata da un forte senso di intimità e passione, in cui il senso di fusione è particolarmente forte.
E’ possibile notare, infatti, la presenza di sintomi caratteristici dei disturbi di dipendenza, tra cui euforia, desiderio, tolleranza, dipendenze emotiva e fisica, ritiro e ricaduta in individui in fase di amore romantico.
L’amore romantico è parte naturale dell’imperativo biologico della riproduzione umana e corrisponde ad uno specifico pattern di caratteristiche fisiologiche, psicologiche e comportamentali, che include: l’attenzione focalizzata sull’oggetto d’amore, la riorganizzazione delle priorità, un aumento di energia e sensazioni di euforia, sbalzi d’umore, risposte del sistema nervoso simpatico come sudorazione e batticuore, elevato desiderio sessuale e possessività sessuale, pensieri ossessivi sull’altro, desiderio per l’unione emotiva, gesti affiliativi, comportamenti orientati allo scopo ed intensa motivazione per ottenere e mantenere il legame.
Quando le caratteristiche più dipendenti diventano rigide e pervasive ed assumono la connotazione di necessità assolute, il rischio è di cadere nel versante più disfunzionale del legame amoroso, quello relativo alla dipendenza affettiva patologica.
La possibilità di andare oltre la fase dell’innamoramento e di amare l’altro, infatti, dipende proprio dalla capacità dei membri della coppia di percepirsi e rispettarsi come individui separati, cioè di riconoscere l’altro nella sua diversità senza per questo perdere di vista la propria individualità.
Quando invece il vincolo di coppia offusca i propri bisogni e desideri e ci incatena all’altro soffocando la nostra individualità possiamo parlare di love addiction o dipendenza affettiva.
Innamoramento e la tossicodipendenza hanno molte analogie poichè sia gli innamorati che i tossicodipendenti sperimentano:
- Intensa euforia quando vedono il partner, simile all’euforia che caratterizza l’uso di una droga;
- Craving (che è un desiderio spasmodico e irrefrenabile) per il partner o per la sostanza;
- Tendenza a ricercare sempre più la vicinanza con il partner (fenomeno simile alla tolleranza un meccanismo che spinge i tossicodipendenti ad aumentare progressivamente la quantità di droga assunta abitualmente per ottenere l’effetto desiderato);
- Quando una relazione finisce le persone innamorate hanno dei sintomi d’astinenza che sono simili a quelli che si riscontrano nella sindrome d’astinenza dei tossicodipendenti (depressione, ansia, insonnia o ipersonnia, irritabilità, perdita dell’appetito o abbuffate) che, esattamente come avviene nella tossicodipendenza, portano alla ricaduta. Nella Dipendenza Affettiva avere una ricaduta può significare cercare nuovamente il partner nonostante sia stato infedele, violento ed abbia manifestato ricorrenti comportamenti negativi.
Chi soffre di Dipendenza Affettiva si sente inadeguato e non degno di amore e vive costantemente con il terrore di essere abbandonato dal partner. La paura dell’abbandono induce al tentativo di controllare l’altro con comportamenti compiacenti di estrema sacrificalità, disponibilità ed accudimento, con la speranza di rendere la relazione stabile e duratura.
La tendenza stessa a costruire una relazione di non mutualità ma in cui l’altro e i suoi bisogni siano centrali, induce a lasciare spazio a personalità egocentriche e anaffettive, che finiscono per confermare in chi soffre di dipendenza affettiva la paura di non poter essere degni di amore. La scarsa autostima, infatti, spinge la persona che soffre di dipendenza affettiva a leggere la scarsa disponibilità dell’altro non come informazione sull’altro (presenta aspetti narcisistici ed una prospettiva egocentrica) ma come informazione su di sé (non mi ama perché io non vado bene).
Il risultato è un aumento della sacrificalità ed un continuo colpevolizzarsi per l’andamento insoddisfacente della relazione. A volte, a causa di un torto subito dal partner, la rabbia può momentaneamente spingere chi soffre di Dipendenza Affettiva a chiudere la relazione ma inevitabilmente, i sintomi dell’astinenza (depressione ed incapacità di provare piacere, ansia, sensazione di vuoto ecc.) spingono a perdonare il partner ed a giustificare i suoi comportamenti, rientrando così nel circolo vizioso di una relazione tossica.
Il trattamento della dipendenza affettiva in psicoterapia si può strutturare sul raggiungimento di obiettivi a breve e lungo termine. Il primo obiettivo, a breve termine, è quello di affrontare e risolvere la sofferenza attuale del paziente in termini di sintomi e disfunzioni a livello comportamentale. Il secondo obiettivo, a lungo termine, consiste nell’affrontare le esperienze precoci di abbandono, di trascuratezza fisica ed emotiva, di maltrattamenti ed eventuali abusi che generalmente sono alla base della convinzione di non valere nulla e di non essere degni di essere amati che caratterizzano i pazienti che soffrono di Dipendenza Affettiva. In parallelo, la terapia mira ad aiutare i pazienti ad avere accesso a quello che provano, ai loro desideri e ai loro scopi in modo da utilizzarli per compiere delle scelte autonome.
Attraverso tale percorso si creano le basi affinché i pazienti possano da un lato formare relazioni affettive basate sulla reciprocità in cui sentirsi finalmente amati ed accettati, o perché possano mantenere un senso di amabilità e valore personale, accompagnati da un senso di attività anche quando tali relazioni ne mancano.
Dott.ssa Raffaella Pantini Psicologa e Psicoterapeuta
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