La storia insegna che c’è uno strettissimo legame tra il passato e presente, per cui il contributo delle generazioni precedenti è strutturante nell’edificazione del presente.
In psicoanalisi, il rapporto tra presente e passato è non solo riconosciuto nello sviluppo individuale ma diviene di rilievo imprescindibile quando si amplia il discorso ai legami generazionali, a ciò che si trasmette da una generazione all’altra, nello specifico dai genitori ai figli ma anche attraverso le diverse generazioni.
I complessi rapporti che legano un soggetto alle generazioni precedenti influenzano le sue relazioni familiari attraverso meccanismi sia consci che inconsci, dall’aspetto sia positivo che negativo. Freud aveva ribadito che l’eredità psichica è il garante della continuità tra le generazioni ed il compito delle generazioni successive è solitamente quello di superare quanto è “rimasto in sospeso” nell’inconscio di quelle precedenti.
Nello spazio psichico di ciascuno di noi ci sono degli oggetti che possono essere: affetti, fantasie, legami, rappresentazioni. Di questi, molti oggetti sono inconsci e solo una piccola parte perviene alla coscienza. Non solo, alcuni di questi possono non essere ben elaborati, non riconosciuti e rimangono lì in attesa di esserlo. Più passa il tempo e più si sedimentano, si incistano nella psiche e l’elaborazione diventa sempre più complessa. Sono questi oggetti che vengono passati, trasportati, proiettati, depositati nei figli, costituendo il materiale della trasmissione. La trasmissione, dal canto suo, assicura il legame intersoggettivo, la continuità narcisistica.
Per poter capire fino in fondo il fenomeno psichico della trasmissione transgenerazionale è necessario riconoscere l’importanza della funzione dell’Altro (solitamente la madre) nella vita psichica del bambino ed allo stesso tempo il fondarsi del soggetto sui processi psichici dell’Altro.
La madre non ha solo il compito di accudire fisicamente il piccolo ma deve anche dedicarsi al suo sviluppo psichico-identitario. Il bambino quando nasce appartiene già ad una struttura, ad un sistema di parentela con le sue regole esplicite ed implicite. Ogni soggetto intrattiene una relazione di dipendenza con il passato di chi l’ha preceduto e rappresenta un’anticipazione del soggetto futuro. Il bambino deve compiere un lavoro di reinterpretazione delle esperienze vissute e delle tracce del passato, cosicché il passato diventi l’origine e la causa del suo presente attuale. Ciò è possibile solo grazie al sostegno genitoriale e generazionale.
E’noto quanto sia il peso rivestito dalle fantasie materne nello sviluppo identitario del bambino e nella costituzione del suo mondo interno. Possono però ritrovarsi elementi rifiutati, non rappresentabili, non narrabili, nella mente di uno o di entrambi i genitori: questi rappresentano fattori ego-alieni (estranei all’Io) che vanno ad inficiare il normale corso dello sviluppo. Il bambino tratta ciò che è di un altro come se gli appartenesse.
Freud delinea così il meccanismo narcisistico alla base della trasmissione: “Il bambino deve appagare i sogni e i desideri irrealizzati dei suoi genitori”.
Nel 1987 N.Abraham e M.Torok, per descrivere la psicopatologia, illustrano la possibilità che nell’essere umano, fin da piccolo, possa essersi innestato un fantome (un vero e proprio fantasma) dovuto al “non dire” dei genitori. Il “non dire”trasmette una lacuna inconscia perché si tratta di un saputo non-saputo, un non-sapere, che è percepito dal bambino ma non è messo in parola dai genitori perché non è stato da loro sufficientemente elaborato.
Un dire sepolto di un genitore rischia di divenire nel bambino un morto senza sepoltura. Tale effetto può attraversare generazioni e determinarne lo sviluppo. Esempi tipici sono quelli che riguardano i figli adottivi e le circostanze della loro nascita; le gravidanze extraconiugali e tutta la sfera emotiva e fantasmatica che accompagna i concepimenti artificiali; le tare patologiche ed i fantasmi su di esse; le modalità di incontro dei genitori se vissute come qualcosa di vergognoso ed indicibile; i motivi di separazione coniugale non accettati ed elaborati fino ai casi di incesto e di abuso intrafamiliare.
Si può parlare di un vero e proprio contratto narcisistico (Aulagnier, 1975), cioè un’alleanza inconscia che lega l’infante ai suoi genitori, alle alleanze anteriori alla sua nascita e, più in generale, all’insieme del gruppo sociale, che prescrive al nuovo nato una missione di vita da compiere nel gruppo e per il gruppo: assicurare la continuità della generazione in cambio del riconoscimento da parte degli altri.
A questo punto si può individuare un duplice percorso che le fantasie generazionali attraversano.
Si parlerà di trasmissione psichica intergenerazionale quando i vissuti psichici trasmessi sono stati elaborati e possono essere ripresi e trasformati dalla generazione successiva. Veicola vissuti psichici elaborati o elaborabili, pensieri e rappresentazioni identitarie che sono necessari nella strutturazione del singolo e della storia familiare.
Differentemente si parla di trasmissione psichica transgenerazionale quando i vissuti trasmessi sono impensabili e non dotati di significato. Domina il non rappresentabile. L’indicibile con la sua corte di segreti, non detti, pseudo verità e lutti non elaborati si impone. In questo caso ciò che viene trasmesso è incorporato ma non compreso, percepito ma non ricordato. E’ una trasmissione bruta, traumatica, perché non trasformata dalla funzione simbolizzante della parola ma piuttosto deputata alla ripetizione del medesimo attraverso le generazioni, che ricorda molto da vicino il meccanismo inconscio della coazione a ripetere. Identificazioni mute ed inudibili per cui l’eredità diviene vincolo costrittivo.
In quest’ultimo caso, sarà necessario ripristinare un processo di significazione, che dia un senso alla valenza emotiva che ugualmente passa attraverso la relazione genitori-figli-nonni ed è veicolata dal discorso latente, dalle comunicazioni inconsce. Gli obiettivi di fondo vertono sulla temporalizzazione e sulla dis-intricazione degli spazi interpsichici di ciascuno, affinché venga pagato una volta per tutte il conto aperto con gli antenati che rischia di divenire eterno. Ciò implica sempre l’accettazione dolorosa ed il riconoscimento della violenza subita dall’intrusione, dal sequestro o dall’impossessamento dello spazio psichico da parte di altri nella trasmissione transgenerazionale.
Dott.ssa Raffaella Pantini Psicologa e Psicoterapeuta
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